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Coronavirus: come affrontare la fase 2 dal punto di vista psicologico?

Elena Dacrema 2 Maggio 2020 Tag: , , , Blog
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La vita non ha un senso: è desiderio. Il desiderio è il tema della vita.
(Charlie Chaplin)

Interrogarsi su come affrontare la fase 2 non è una domanda semplice: è qualcosa che non abbiamo ancora sperimentato e difficile da anticipare al 100%.

I divieti restano ma alcune misure vengono allentate.

Dal punto di vista psicologico, l’ipotesi è che possano essere previsti due diversi effetti nelle persone, due polarizzazioni opposte.

Ci sarà chi sperimenterà ancora ansia e angoscia, avrà paura di contaminarsi e probabilmente manterrà un maggior distacco dagli altri e una certa diffidenza. Il rischio in questo caso è di un eccesso di controllo che porta alla perdita di controllo. Oltre alle misure prescritte da fonti certe (es. OMS, Istituto Superiore di Sanità) quali l’indossare mascherine, lavarsi spesso le mani, pulire le superfici, stare a distanza di almeno un metro etc..non è possibile controllare totalmente questo nemico invisibile.

Dall’altro lato ci sarà il problema del “piacere” non dosato: ad esempio il sentirsi autorizzati ad agire in modo sconsiderato, come se il pericolo fosse finito. C’è il pericolo di lasciare libero il desiderio di fare “come se il Covid-19 non fosse mai esistito”.

Il virus purtroppo c’è ancora e dobbiamo imparare a conviverci.

Dobbiamo quindi imparare a gestire il nostro desiderio e apprezzare le piccole possibilità che ci vengono concesse: le passeggiate, vedere i “congiunti”, mantenendo comunque le distanze.

Abbiamo la possibilità di rivedere persone care che al tempo precedente al Covid-19 davamo per scontate.

In un certo senso dobbiamo applicare lo stratagemma del “Partire dopo per arrivare prima” cioè riprendere alcune libertà con gradualità, a piccoli passi.

Dobbiamo imparare il piacere dell’attesa.

E’ meglio un uovo oggi o una gallina domani?

Se riusciamo a vivere queste nuove concessioni senza strafare potremo poi godere di una rinnovata libertà. Se ci lasciamo andare permettendo al desiderio di galoppare a briglia sciolta non raggiungeremo l’obiettivo della soluzione al problema.

Un pò come il già citato esperimento svolto alla Stanford University degli anni 70. Veniva dato un cioccolatino o una caramella a dei bambini che rispondevano correttamente a delle domande, come premio. Veniva a loro detto che se fossero riusciti ad aspettare dieci minuti prima di mangiarlo gliene sarebbe stato regalato un altro.

Si è visto che – nel tempo – i bambini che erano stati in grado di aspettare erano riusciti a raggiungere con più facilità i loro obiettivi sia professionali che personali.

Anche noi in questa fase dobbiamo prendere spunto da questo esperimento ed aspettare a fare tutto ciò che vogliamo.

Un consiglio, in questo momento di impedimento al desiderio, è di utilizzare appieno la nostra fantasia: prima di andare a dormire pensare ai luoghi e alle persone a noi care. Immaginare quanto sarà bello in futuro ritornare in quei luoghi e riabbracciare quelle persone. Viaggiare con la fantasia e visualizzare anche progetti futuri da realizzare, luoghi nuovi da esplorare… il desiderio è un motore positivo dell’anima se ben sfruttato!

Fonti scientifiche per il Coronavirus:

http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

https://www.iss.it/