La paura del successo: Nikefobia
Quando gli dei vogliono punirci, avverano i nostri desideri.
(Karen Blixen)
Nikefobia letteralmente significa “paura di vincere” (terminologia greca composta da “nike” vittoria e “phobos” ovvero paura). Nike nell’Antica Grecia era infatti la Dea della Vittoria.
Il disturbo è stato identificato per la prima volta negli anni ’70 dalla psicologa Matina Horner e si basa sull’ipotesi che la persona si tenesse lontana dalla realizzazione per paura delle conseguenze del successo.
Matina Horner nel 1972 valutò le reazioni positive o negative al successo ad un test psicologico (TAT –Thematic Apperception Test) e trasse la conclusione che il 65% delle donne che rispondevano negativamente lo avevano fatto per un anticipazione delle conseguenze negative dovute al successo. In particolare, secondo la Horner, soprattutto le donne imparano che il successo in certe aree (area accademica, intellettuale) rappresenta una sorta di differenza rispetto alle norme sociali prescritte e poteva comportare critiche a livello sociale. Quindi, il successo in certi contesti per la Horner poteva essere in conflitto con la femminilità.
Altri autori come Metzler e Conroy (2004) valorizzano il contributo della Horner per aver individuato la fobia del successo ma non sono d’accordo nel ritenere questo problema come più prettamente femminile.
Secondo questi studiosi gli atleti con fobia del successo possono manifestare:
- Isolamento Sociale ed emotivo;
- Senso di colpa per affermarsi nella competizione;
- La paura di scoprire il loro vero potenziale;
- L’ansia circa la possibilità di superare il record stabilito da una persona stimata in quell’ambito sportivo/lavorativo;
- Pressione di dover costantemente per soddisfare o superare la propria precedente migliore prestazione (Metzler & Conroy, 2004)
Queste manifestazioni illustrano conseguenze negative del successo che possono affliggere sia uomini sia donne e possono riguardare anche non-atleti.
Comunque, da un punto di vista pragmatico possiamo dire che la nikefobia si osserva sia in ambito sportivo sia in ambito lavorativo o in contesti in cui è richiesto di “fare performance”.
A causa della paura del successo, il comportamento osservato può essere descritto come una sorta di auto-sabotaggio che può ostacolare la crescita personale e il benessere.
Le persone che hanno paura del successo possono mettere in atto comportamenti di evitamento delle attività che facevano in momenti precedenti per paura di non riuscire a mantenere il successo che avevano ottenuto. Le conseguenze sono spesso insoddisfazione e rabbia.
Ad esempio, ambito sportivo si manifesta un minor rendimento in gara che in allenamento, evitamento della competizione sportiva, convincimento di non poter ripetere un’eccellente prestazione
La Terapia Breve Strategica, si occupa di varie forme di fobia e ha l’obiettivo di aiutare la persona a risolvere in tempi brevi il problema di cui soffre.
Il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, fondato da Giorgio Nardone e che vanta collaboratori in tutta Italia e in nel resto del mondo si occupa anche della nikefobia.
In questo ambito il terapeuta ha come scopo iniziale quello di bloccare le tentate soluzioni prevalenti che mantengono il disturbo le quali possono essere l’evitare o il rimandare le prestazioni, l’ossessionarsi a dare performance eccellenti. Anche la pressione di altri a dare risultati significativi contribuisce talvolta ad amplificare il problema.
Lo scopo primario è pertanto gestire la paura di non saper mantenere i risultati raggiunti e togliere la pressione che si autoinfligge il soggetto o chi gli sta accanto.
Bibliografia
Nardone, Giorgio; Montano, Aldo; Sirovich, Giovanni. Risorgere e vincere. Ponte alle Grazie. (2012)
Horner, M.S. (1972). Toward an understanding of achievement-related conflicts in women. Journal of Social Issues, 28(2), 157-175.
Metzler, J.N., & Conroy, D.E. (2004). Structural validity of the fear success scale.
Sitografia
https://sites.google.com/site/motivationataglanceischool/fear-of-success