SIAMO LIETI DI INVITARVI ALLE CONFERENZE DI PSICOLOGIA DEDICATE ALLE DONNE CHE SI TERRANNO A PIACENZA PRESSO CPIA – PIACENZA.
SIAMO LIETI DI INVITARVI ALLE CONFERENZE DI PSICOLOGIA DEDICATE ALLE DONNE CHE SI TERRANNO A PIACENZA PRESSO CPIA – PIACENZA.
Se c’è qualcosa che vorremmo cambiare in un bambino, dovremmo prima esaminarla e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi. C.G. Jung
La Terapia Breve Strategica è un approccio all’avanguardia e, anche nel caso dei problemi legati all’infanzia, ha l’obiettivo di portare a soluzione il problema in breve tempo trovando soluzioni per favorire anche un cambiamento duraturo.
In contesto educativo l’intervento può durare anche poche sedute (i bambini sono più “plastici”, reagiscono più velocemente al cambiamento).
Come mai si parla di Terapia Indiretta?
Quando un bambino ha meno di 14 anni, nella maggior parte dei casi, noi terapeuti strategici svolgiamo la seduta con i genitori e non vediamo il bambino. Così come, nel caso in cui il problema sia manifestato in contesto scolastico, trattiamo il problema insieme agli insegnanti, sempre in modalità indiretta.
In sostanza, diamo indicazioni solo agli adulti coinvolti nella gestione del bambino e con cui si manifesta il problema.
In questo modo evitiamo che il bambino, portato dallo specialista, si senta “malato” e quindi che poi si comporti in tal modo per poi dover ritornare a comportarsi come “sano”.
Se si stabilisce un buon accordo con gli adulti possiamo fare in modo che i genitori/gli insegnanti si sentano gli artefici del cambiamento del sistema in quanto eletti a co-terapeuti.
L’obiettivo è quello di modificare la sequenza di interazione adulto/bambino: se si riesce a far ciò anche il problema del bambino ne viene influenzato in senso positivo.
Questa modalità di terapia indiretta viene utilizzata per molti dei problemi legati all’infanzia:
Problemi di attenzione e iperattività
Disturbo oppositivo-provocatorio
Paure e fobie
Disturbo da evitamento
Dubbio ossessivo
Disturbo ossessivo compulsivo
Enuresi notturna
Mutismo selettivo
Negli studi di Castel San Giovanni (PC), Piacenza e Rapallo (GE) mi occupo di Terapia Breve Strategica e Terapia indiretta.
Bibliografia
Sono lieta di invitarVi ad un’iniziativa organizzata dall’associazione DEA (Donne e Arte) a cui parteciperò.
Si terrà il 18 gennaio 2018 alle 0re 21 a Villa Braghieri – Castel San Giovanni (PC)
Ecco il programma:
Contralto: Maria Ernesta Scabini
Baritono: Simone Tansini
Pianoforte: Patrizia Bernelich
Vi aspettiamo numerosi!!!
Chiunque può essere “felice”
ma rendersi “infelici” è una cosa che si impara
Paul Watzlawick
La scorsa settimana durante un corso di Inglese, mi ha colpito una spiegazione che l’insegnante ci ha fornito. Riferendosi ai significati specifici di certe espressioni, ci disse che “to be self-conscious” significa anche avere un malessere, essere a disagio perché preoccupato di ciò che devi fare o di ciò che la gente pensa di te.
Questo immediatamente mi ha fatto venire alla mente alcune riflessioni riguardo alla consapevolezza: spesso i pazienti sono consapevoli dei propri problemi ma questa consapevolezza riguardo alla propria storia e al proprio comportamento non necessariamente li porta a riuscire a superare la sofferenza e a cambiare comportamento.
Ci sono alcuni filoni di pensiero che ritengono fondamentale l’introspezione ma alcuni terapeuti, come Paul Watzlawick (1921-2007) purtroppo hanno sostenuto che a volte la sola introspezione può far stare anche peggio. Dei suoi casi, non ne ricordava uno solo in cui il paziente fosse cambiato solo grazie all’autoconsapevolezza.
Per questo in Terapia Breve Strategica seguiamo le orme di Paul Watzlawick, che tra l’altro è stato il maestro del mio professore Giorgio Nardone: non ci basiamo su una causalità lineare ma su una causalità circolare che mostra come le persone tornino più volte sulle proprie azioni. Si affrontano problemi specifici in modo più diretto per ottenere risultati più rapidi e efficienti, adattando la comunicazione e la relazione in base al problema della persona che ci chiede aiuto.
BIGLIOGRAFIA
Ormai molte persone, oltre ad utilizzare i social network come Facebook e Instagram fanno un largo uso dell’applicazione di messaggistica WhatsApp. Con questa applicazione é semplice scambiarsi messaggi, anche in gruppo, inserire proprie foto come profilo e, ultimamente, pubblicare uno stato (foto, aforismi, frasi..) visibili per 24 ore.
Un aspetto che mi incuriosisce e’ notare come spesso, questi stati, soprattutto le frasi che vengono inserite in questa sezione, siano “postate” proprio per mandare una comunicazione subliminale a qualcuno.
E questo non solo in adolescenti, ma soprattutto in adulti.
Esaminiamo questa frase
Poiché, secondo il primo assioma della comunicazione, è impossibile non comunicare, è evidente che questa comunicazione è rivolta a qualcuno, qualcuno che molto probabilmente ci ha tradito.
Che riflessione possiamo fare su questa comunicazione?
Che forse non siamo così bravi a gestire le nostre emozioni e i nostri conflitti con noi stessi e con gli altri. E’ più facile mettere uno stato “evocativo” piuttosto che affrontare direttamente un’amica e dire che ci ha deluso…e’ meglio mantenere il nostro orgoglio, piuttosto che dire al fidanzato, con cui abbiamo litigato, che ci manca.
Non lamentiamoci sempre dei giovani! Anche noi adulti mettiamoci in discussione.