Gli Psicologi e Psicoterapeuti Massimo Botti e Elena Dacrema, Ricercatori Associati presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo presentano il loro libro «Educazione strategica. Rimedi Strategici ad uso di genitori ed insegnanti alle prese con i ragazzi difficli». Sabato 30 maggio, ore 17. Salone Monumentale, Biblioteca Passerini-Landi.
Oltre ad illustrare casi concreti di intervento risolto, metteranno in evidenza alcune strategie efficaci alla soluzione delle più comuni problematiche infantili riguardanti la fascia che va dai 3 ai 14 anni.
Da quando si sono diffusi i Social Network, gli adolescenti utilizzano sempre più queste tecnologie per comunicare con gli altri ed avere informazioni sulle altre persone nell’ambito della loro rete sociale.
Le motivazioni che spingono adolescenti e giovani adulti ad utilizzare i Social Network sono le stesse motivazioni che solitamente spingono ad usare le tradizionali forme di comunicazione: stare in contatto con gli amici, fare progetti insieme, cercare di conoscere meglio le persone, presentarsi agli altri….dare una propria immagine di sè ..
L’adolescenza è un periodo della vita in cui il compito di sviluppo fondamentale è proprio quello di trovare un equilibrio tra l’autonomia e la dipendenza dagli altri. Internet e i Social Network sono contesti nuovi per riflettere sulla propria identità e per sperimentarne nuove forme, per imparare e tentare di mettere in atto nuove competenze sociali e per sentirsi parte di un gruppo.
Da certi punti di vista Internet, anche se è una forma di comunicazione diversa da quelle precedenti, facilita e forse intensifica i compiti di sviluppo degli adolescenti. Ad esempio, aumenta le occasioni di relazioni tra pari, allarga le opportunità di far parte di gruppi e aumenta le possibilità di confidarsi e aprirsi agli altri quindi, per certi versi, può contribuire al benessere dell’adolescente. Inoltre, soprattutto adolescenti con buone abilità sociali beneficiano dell’utilizzo di Internet. Ovviamente,
ogni pregio rovesciato su se stesso diventa un difetto e
ogni difetto rovesciato su se stesso può diventare un pregio…
quindi ci sono alcuni fattori di rischio nell’utilizzo dei Social: un’eccessiva tendenza, quasi una pressione, a par vedere e condividere la propria vita privata, fattore che aumenta la possibilità di avere feedback negativi dagli altri ed aumenta la possibilità di stabilire confronti “malsani”, ad esempio con modelli estetici o stili di comportamento da evitare.
In ogni caso, possiamo concludere che i Social non sono di per sè qualcosa di negativo, tutto dipende dall’uso che ne viene fatto.
Il testo è tratto dai i risultati di questo articolo:
Lauren A. Spies Shapiro, L. A. & Margolin, G. (2014). Growing Up Wired: Social Networking Sites and Adolescent Psychosocial Development. Clinical Child and Family Psychology Review. 17:1–18
Scuola: un alunno su cinque è malato di bullismo. Lo riconosci perché ha quattro merende. Stefano Andreoli e Alessandro Bonino (a cura di), Spinoza. Una risata vi disseppellirà, 2011
La nostra vita è ormai invasa da Internet che, per quanto pericoloso e minaccioso, attrae tutti quanti. E’ necessario però prendersi cura degli aspetti sociali delle nuove tecnologie, ai quali i ragazzi possono essere soggetti.
I dati qui presentati sono tratti da un articolo di Christopher B. Davison e Carl H. Stein della Ball State University .
Secondo gli autori qui citati il cyberbullismo può essere tanto dannoso quanto il bullismo ed è un fenomeno che colpisce tutti i gruppi d’età dalla fanciullezza all’adolescenza.Ma che cos’è? E’ un atteggiamento aggressivo ed intenzionale fatto da un individuo o un gruppo i quali usano come strumenti quelli elettronici. E’ un fenomeno che per essere definito tale deve realizzarsi in modo continuato e senza sosta contro qualcuno che non può opporsi o non riesce difendersi (Smith).
Nel rapporto tra bullo e vittima la vittima percepisce uno squilibrio di potere: la vittima fa fatica a difendersi dal bullo.
In un ottica terapeutica e di intervento quindi si fa strada la necessità di fortificare chi si percepisce debole e nella fattispecie la vittima.
In origine il cyberbullismo era praticato su Facebook, Instagram e altre forme di comunicazione on-line. Attualmente sta però cominciando ad includere altre forme: attraverso la diffusione di video, ad esempio con il cellulare, e nell’ambito di un’ampia gamma di siti, inclusi i siti dove si gioca on line.
Secondo i dati della Scuola di Comunicazione di Annenberg relativamente agli studenti Americani, il 68% degli studenti usa per un po’ del tempo scolastico Internet e, comunque, gli adolescenti, in generale, spendono almeno 17 ore alla settimana, in media, su Internet.
Quindi la ricerca sul cyberbullismo è importante: proprio in adolescenza si formano gli schemi emozionali e cognitivi e si struttura quella che sarà la personalità adulta.
Ma qual sono i rischi del Cyberbullismo????….Ci vediamo al prossimo articolo!!!
Center for the Digital Future at the USC Annenberg School. (2010). The 2010 Digital Future Report. Retrieved from http://www.digitalcenter.org
Davison, C. B. & Carl H. Stein, C. H. (2014). The Dangers of Cyberbullying. North American Journal of Psychology Vol. 16, No. 3, 595-606
Smith, P. K., Mahdavi, J., Carvalho, M., Fisher, S., Russell, S., & Tippett, N.(2008). Cyberbullying: Its nature and impact in secondary school pupils. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 49, 376–385.
L’amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia
Barbara Alberti
Mi sembra molto interessante un articolo di Eliora Porter and Dianne L. Chambless dell’Università della Pennsylvania per comprendere i meccanismi di funzionamento individuali giocati all’interno della coppia. (J. Clin. Psychol. 70:546–561, 2014).
Queste studiose hanno indagato se l’ansia sociale (timore del giudizio e rifiuto altrui, scarsa autostima, ansia generalizzata nelle situazioni sociali) fosse correlata alla SODDISFAZIONE, AL SUPPORTO SOCIALE, ALL’INTIMITA’ nelle relazioni di coppia.
L’ansia sociale o fobia sociale è un disturbo severo che nel DSM IV (APA, 1994) fa parte dei DISTURBI D’ANSIA e i sintomi riguardano difficoltà nei rapporti interpersonali: chi ha questo problema costruisce reti sociali più piccole, ha pochi amici stretti, si sposa meno facilmente.
E’ chiaro che una difficoltà interpersonale provochi delle difficoltà nelle relazioni di coppia. Prima di questo studio, però, le ricerche erano spesso basate solo su uno dei membri della coppia, che probabilmente sovrastimava la propria difficoltà nella performance sociale.
La ricerca
E’ quindi stata condotta, da queste studiose, una ricerca su studentesse universitarie (circa310) e sui loro partner (circa203) ed è stato riscontrato che nelle donne livelli più elevati d’ansia a livello sociale erano in relazione ad una minore soddisfazione nella coppia (ciò invece non è stato riscontrato negli uomini), inoltre queste stesse donne sperimentavano fatica a mostrarsi “a carte scoperte” con il compagno, rispetto a donne con basso livello d’ansia.
Il paradosso è che queste donne socialmente ansiose dicevano di volere poco supporto ma questa mancanza probabilmente provocava a sua volta anche una mancanza di soddisfazione nella coppia stessa.
In entrambi i sessi, comunque una più elevata ansia era correlata al fatto di percepire l’intimità come un rischio.
Si puo’ pensare che i risultati di questa ricerca purtroppo mostri come l’ansia/fobia sociale sia associata anche a difficoltà interpersonali anche in relazioni di coppia consolidate, quindi se ne deduce, a mio avviso, che è importante intervenire adeguatamente sul singolo per modificare la percezione e reazione nei confronti degli altri che la persona con questo tipo di problema assumono.
American Psychiatric Association. (2000). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (4th ed., text rev.). Washington, DC: AuthorPorter, E. & Chambless D. L. (2014). Shying Away From a Good Thing: Social Anxiety in Romantic Relationships. Journal of Clinical Psychology, 70, 546-561.
E’ possibile superare la Depressione? Frida Kahlo avrebbe risposto così…
Il titolo dell’album del gruppo musicale britannico Coldplay “Viva la vida or Death and All His Friends” (2008) si ispira ad una celebre frase che la pittrice Frida Kahlo scrisse su il suo ultimo quadro 8 giorni prima della sua morte. Il leader del gruppo Chris Martin infatti scelse il titolo dell’album probabilmente pensando alla scrittrice: « Lei è sopravvissuta alla poliomielite, ad una spina dorsale rotta e un male cronico per decenni. Ha avuto un sacco di problemi e poi ha iniziato questo grande quadro a casa sua che diceva “Viva la vida”. Mi è piaciuta questa audacia. » Leggi il resto
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