Anoressia: significati e soluzioni
“L’astinenza perfetta è più facile della perfetta moderazione”. Agostino da Ippona
L’anoressia colpisce perlopiù individui di sesso femminile in età prepuberale e puberale. E’ caratterizzata dal rifiuto del cibo sulla base dell’idea di essere grasse. Idea che rispecchia però una percezione alterata del peso e del corpo: infatti i soggetti che ne soffrono non sono persone grasse ma prevalentemente ragazze che stanno sempre più dimagrendo.
Si stabilisce un fenomeno assurdo per cui più dimagrisco e più mi vedo grassa in quanto il dimagrimento elevato causa distorsioni percettivo-cognitive che portano alla persona a vedere il proprio corpo con una sorta di lente deformante.
Di recente si osserva come la grave sintomatologia restrittiva esploda molto rapidamente e con cali di peso vertiginosi nell’arco di pochi mesi: La maggioranza delle ragazze che riescono a mandare avanti questo stile restrittivo oppure la sua variante (abbuffate con vomito o compensazione con esercizio), a causa delle conseguenze del problema, si chiudono in isolamento che conduce la patologia a peggiorare ulteriormente.
Centrale nell’anoressia è la dimensione del rifiuto che può avere varie funzioni:
- Il rifiuto può essere una domanda di “qualcosa” a “qualcuno”: l’anoressia nella sua forma isterica/nevrotica orchestra il rifiuto come un desiderio di essere a propria volta desiderati/tenuti in considerazione dall’altro (ad es. il genitore).
- Il rifiuto come difesa dalla pulsione – infatti il calo ponderale provoca nel soggetto una sorta di anestesia affettivo-emotiva, una sorta di armatura protettiva dalle emozioni.
- Il rifiuto come modalità di separazione: attraverso il “NO!” al cibo e a tutto ciò che è piacevole la persona ha l’illusione di essere totalmente indipendente dall’altro.
- Rifiuto nella funzione di godimento: l’anoressica nevrotica dell’insoddisfazione/privazione che si provoca.
Al di là dei significati, spesso però la vera conoscenza del problema è la sua soluzione.
A livello di trattamento, la psicoterapia per l’anoressia giovanile ( che si sviluppa dalla giovane età fino ai 19 ani) richiede un intervento che coinvolga direttamente i genitori, nel caso dell’anoressia adulta invece è più funzionale un processo terapeutico individuale.
Riferimenti Bibliografici
Cosenza D. (2008), Il Muro dell’Anoressia. Casa ed. Astrolabio – Ubaldini Editore, Roma.
Nardone G., Portelli C. (2005), Knowing through changing: The evolution of brief strategic therapy, Crown House Publishing, Glasgow.
Nardone G., Valteroni E. (2017), L’anoressia giovanile, Ponte alle Grazie, Milano.